Da alcune settimane si parla del possibile arrivo di un gruppo di richiedenti asilo, più semplicemente chiamati migranti, nel nostro paese. Non disponendo nessuno (neppure noi) di informazioni certe si sono rincorse molte voci, per lo più sbagliate e ingigantite, soprattutto sul numeri di migranti in arrivo e sulle paure che questi arrivi scatenavano.
Negli ultimi dieci giorni le informazioni sugli arrivi hanno iniziato a concretizzarsi a seguito di contatti dell'Amministrazione Comunale con la Prefettura di Torino e con le cooperative incaricate della gestione dei migranti.
Chi vuole essere informato sull'intera questione può leggere per intero queste righe. Per chi si accontenta del risultato finale possiamo dare la notizia certa che arriverà, presumibilmente ad inizio Gennaio 2017, un gruppo di 15 migranti che alloggeranno in appartamenti affittati da un privato in Via Ivrea.
La notizia dell'arrivo di un ulteriore e sostanzioso gruppo era un'ipotesi reale ma ad oggi non più percorribile e, quindi, abbandonata.
Prima di descrivere come si sono svolti gli ultimi avvenimenti vorrei fare alcune dovute considerazioni.
Il fenomeno della migrazione di interi popoli è un fenomeno dalla portata mondiale e con modalità di controllo estremamente difficili se non impossibili. Per il resto delle nostre vite dovremo convivere con l'emigrazione dall'Africa e dal Medio Oriente. Possiamo provare a gestire il fenomeno, ma non risolverlo nè con la forza nè con un inutile e deleterio atteggiamento di chiusura o di rifiuto.
Si possono costruire muri, si può magari cercare di usare la forza, ma sono solo fragili palliativi che, anzi, incentivano il risentimento verso l'occidente da parte delle frange più pericolose ed estremiste.
Non possiamo chiudere le porte, è impossibile. Perchè se si costruisce un muro lo si aggira. Se si usa la forza contro i barconi, ammesso che sia possibile, si trovano strade alternative e altri percorsi.
Quello che si può e si deve fare è cercare di gestire al meglio questi fenomeni, cercando di indirizzarli verso percorsi condivisi che devono essere concordati tra tutte le nazioni europee.
Le persone che si mettono su un barcone ed attraversano il Mediterraneo sanno benissimo che rischiano la vita. Solo quest'anno sono stati almeno 5.000 i migranti morti in mare.
Chi sale su un barcone, quindi, lo fa perchè qualsiasi sia il suo incerto futuro, qualsiasi sia il rischio che sta correndo è sempre meglio di ciò che si lascia alle spalle.
I migranti non sono terroristi, non sono delinquenti. Sono persone che scappano dalla guerra, che fuggono dalla miseria o da nazioni che non possono dar loro un futuro. Nazioni che, spesso, siamo stati noi occidentali a depredare e impoverire nel corso degli ultimi decenni.
I terroristi non salgono su un barcone ma arrivano da noi seguendo strade più comode e sicure.
Ognuno di noi può avere sensibilità diverse di fronte a questi problemi, da chi è contrario a prescindere a qualsiasi forma di accoglienza a chi invece ritiene che si debba accogliere sempre e comunque.
Su questi aspetti, su queste diverse sensibilità potremmo discutere per ore o per giorni senza arrivare mai a una qualsiasi "verità" accettabile da tutti.
Io credo che, come spesso accade, la verità stia nel mezzo.
Non possiamo e non dobbiamo opporci (anche perchè non è possibile) all'attuazione di politiche di accoglienza e di integrazione ma, allo stesso tempo, dobbiamo organizzarci per gestire questi flussi in modo che siano controllabili, dobbiamo accogliere queste persone in modo che davvero possano integrarsi nelle nostre comunità in modo indolore e costruttivo sia per loro che per noi.
Ed è in quest'ottica che dobbiamo prepararci ad accogliere i 15 migranti che arriveranno presto da noi.
Queste persone non sono delinquenti, lo ripeto. Non sono portatori di chissà quali malattie. Non sono persone da guardare con paura o sospetto.
Noi inizieremo a Gennaio il nostro percorso di accoglienza ma molti altri paesi canavesani già da anni hanno gruppi più o meno consistenti di persone accolte (ad esempio a Samone, a Settimo Vittone, a Montalto Dora, a Carema, a Ivrea...).
Nei 51 Comuni facenti parte del Consorzio Inrete, il Consorzio che gestisce in forma associata i servizi socio-assistenziali, a oggi sono 487 i migranti presenti (in forma di CAS per circa 430 o di SPRAR per i rimanenti... ma ora non entro nel merito di queste diverse tipologie).
Ebbene, in una assemblea dei Sindaci tenutasi giovedì 22 dicembre presso il Consorzio Inrete, parlando dell'esperienza di questi anni, è emerso che il numero di problemi "seri" dovuti ai migranti è: ZERO.
Per problemi seri intendo problemi di intolleranza, di delinquenza o cose simili.
Un migrante viene istruito nel momento in cui viene inserito in un processo di accoglienza. Sa bene che se crea problemi viene segnalato alla Prefettura la quale può disporre il suo trasferimento al CIE, il Centro di Identificazione ed Espulsione, dal quale uscirà solo per essere messo su un aereo che lo riporterà da dove è venuto.
Hanno quindi tutto l'interesse non solo a non creare problemi ma anche ad impegnarsi in un percorso di integrazione che prevede che forniscano manodopera gratuita alla comunità che li ospita.
La loro manodopera è volontaria ma la maggior parte di loro (almeno il 60/70%) non solo non rifiuta ma chiede di essere utile anche perchè il loro percorso di integrazione può essere un valido aiuto nel momento in cui si presenteranno davanti alla commissione che dovrà dare o negare il diritto di asilo.
Certo c'è una parte di loro che non vuole lavorare, non vuole integrarsi e preferisce passare il tempo a fare nulla o a chiedere l'elemosina ai parcheggi. Questo può essere un atteggiamento fastidioso per noi e controproducente per loro che sta diminuendo proprio per il fatto che chi non dimostra buona volontà è più probabile che riceva il foglio di via per tornare da dove è venuto.
Ci sono molti altri aspetti che intervengono in queste vicende, dal business poco piacevole sulle spalle dei migranti creato da alcuni operatori poco seri ai problemi relativi al cosa ne sarà di quei migranti nel momento in cui dovessero vedere rifiutato il diritto di asilo. Oppure potremmo discutere della necessità di attirare persone giovani che lavorino e paghino i contributi per poter noi da vecchi avere ancora una pensione oppure ancora al fatto che spesso i migranti fanno lavori di basso livello che molti italiani non vogliono più fare.
Ci sarà modo nei prossimi mesi di discutere di queste cose, per ora cerchiamo tutti insieme di rendere proficuo l'arrivo di queste persone e, tutti insieme, di rendere facile la loro integrazione nella nostra comunità.
Sia chiara una cosa: daremo la nostra disponibilità e faremo il possibile affinchè tutto vada per il meglio ma pretenderemo uno scontato impegno altrettanto serio da parte della cooperativa e da parte dei migranti affinchè rispettino le nostre regole e si adattino alle nostre consuetudini. Il rispetto delle nostre primarie regole di civiltà è la condizione base per una convivenza pacifica. Sappiamo bene che possono arrivare da luoghi nei quali le sensibilità e le consuetudini sono diverse, ma in Italia valgono le regole italiane in tutto quanto riguarda le libertà e la convivenza civile in particolare nel rispetto delle donne e dei minori o, per andare su temi meno importanti, nella raccolta differenziata.
Tornando alla cronaca degli ultimi giorni riassumo i fatti principali.
Inizialmente siamo stati contattati dalla Cooperativa Pollicino che ci ha informati dell'arrivo di un gruppo di 15 migranti in alcuni alloggi di Via Ivrea che già da tempo erano stati bloccati affittandoli da un privato. Il trasferimento di queste persone non riguarda nuovo arrivi, ma un gruppo che attualmente è già ospitato a Carema e deve lasciare quel posto in quanto il proprietario degli alloggi ha richiesto di poterli riavere per ristrutturarli ed avviare una nuova attività.
Pertanto, il gruppo che arriverà a Chiaverano a inizio 2017 è un gruppo di persone che ha già iniziato un percorso di integrazione.
Qualche settimana fa sono stato contattato da una persona che in modo generico ci ha prospettato l'arrivo di un gruppo di persone presso l'Hotel Antica Posta. In quel momento la persona non sapeva dirmi nè il numero di persone nè i tempi dell'arrivo e, quindi, ha solo prospettato questa eventualità.
Lo scorso mercoledì 14 Dicembre sono stato contattato dal Prefetto di Torino per informarmi del possibile arrivo di 30 migranti presso l'Antica Posta. Ho chiesto al Prefetto se nei 30 erano compresi i 15 già preannunciati ma il Prefetto non sapeva di questa questione e ha detto che mi avrebbe fatto richiamare dal vice Prefetto per avere informazioni di dettaglio.
Il vice Prefetto non mi ha chiamato ma venerdì 16 dicembre la segreteria del Prefetto mi ha convocato per il successivo lunedì 19 a Torino presso la Prefettura.
All'appuntamento con il Prefetto e con il vice Prefetto sono andato insieme a Ellade Peller, sindaco di Nomaglio ma, sopratutto, Presidente del Consorzio Inrete, con l'intenzione congiunta di far presente al Prefetto che il numero prospettato di arrivi non era gestibile dal nostro Comune e, in generale, dal nostro territorio.
Nell'incontro il Prefetto ci ha comunicato che era in previsione l'arrivo iniziale di 30 migranti, che poi sarebbero saliti a 40 presso l'Antica Posta. Ho fatto presente al Prefetto che già ne attendevamo 15 e che, quindi, la presenza di 45/55 migranti era un numero che ritenevo eccessivo per poter essere gestito nel modo corretto.
Ellade Peller, dal canto suo, ha fatto presente al Prefetto la situazione totale del territorio canavesano gestito da Inrete, il quale già ha dato molto in termini di accoglienza e ha, al momento, una presenza di migranti con una percentuale rispetto agli abitanti già superiore alle medie nazionali.
Si è quindi discusso su un possibile protocollo d'intesa tra Prefettura e Inrete affinchè, tramite questo protocollo, sia stabilito un numero massimo di migranti presenti nell'intero territorio del Consorzio oltre che trasferire al Consorzio stesso la gestione dei bandi di affidamento alle cooperative.
Per quanto riguardava Chiaverano, dopo aver anche contattato telefonicamente la nuova Cooperativa che li avrebbe gestiti, il Prefetto ha concordato che il nuovo trasferimento sarebbe stato eccessivo e che, quindi, veniva annullato.
Successivamente, nell'assemblea del Consorzio Inrete di giovedì 22 dicembre, il Prefetto è intervenuto per discutere con i Sindaci del protocollo d'intesa ed ha confermato nuovamente che il numero di migranti già presenti sul territorio è già elevato e che quindi non ci sarebbero stati ulteriori arrivi consinstenti, in particolare non sarebbero arrivati i 30/40 previsti a Chiaverano.
Pertanto, allo stato attuale (naturalmente le cose possono sempre essere riviste in caso di particolari emergenze nazionali), a Chiaverano arriveranno solamente i 15 migranti che saranno trasferiti da Carema.
Abbiamo incontrato il proprietario dell'Antica Posta nella giornata di mercoledì 21 e i responsabili della Cooperativa nella giornata di giovedì 22 per informarli su queste decisioni che sono definitive in accordo con il Prefetto.
In merito all'arrivo dei 15 migranti, circa due settimane fa abbiamo incontrato le Associazioni di Chiaverano prospettando questo arrivo in modo da coinvolgerle nel processo di integrazione. Ogni associazione dovrà comunicare al Comune le sue esigenze per poter utilizzare i migranti, ad esempio, per lavori di taglio erba o verniciatura o quali volontari nella gestione delle manifestazioni.
Non appena avremo la data certa di arrivo riconvocheremo le Associazioni per definire un piano comune di lavoro e di accoglienza.
Per chiudere, rinnovo l'appello affinchè fin dal primo giorno si accolgano i 15 migranti come facenti parte della nostra comunità aiutandoli ad integrarsi nelle nostre abitubini e nel nostro modo civile di vivere. Facciamo tutti in modo che la loro presenza sia soprattutto una risorsa utile a migliorare il nostro paese curandone la manutenzione e la pulizia.
Sono certo che non ci saranno problemi ma qualora ce ne fossero saranno gestiti nel migliore dei modi a tutela della nostra comunità.
Ringrazio di cuore il Prefetto Dott. Saccone e il vice Prefetto Dott. Ricci in quanto in tutta questa vicenda hanno dimostrato sempre un atteggiamento aperto e collaborativo accogliendo ogni nostra legittima istanza. Così come ringrazio Ellade Peller per aver saputo gestire per l'intero territorio un problema che poteva scappare di mano nel caso non si fosse giunti prontamente alla definizione del protocollo con la Prefettura.
Con i migliori auguri di Buon Natale e di Buon Anno a tutti!
Il Sindaco
Maurizio Fiorentini