Dopo DUE ANNI che il dossier di candidatura per l'istituzione del Parco dei Cinque Laghi di Ivrea è stato presentato in Regione Piemonte dalla Città Metropolitana di Torino e dai comuni di Borgofranco d'Ivrea, Cascinette d'Ivrea, Chiaverano, Ivrea e Montalto Dora è ancora tutto bloccato.
Perchè?
Per l'opposizione di Coldiretti. O, meglio, per l'opposizione del responsabile locale di Coldiretti di Burolo, Cascinette e Chiaverano il quale, nonostante siano state date tutte le possibili spiegazioni e rassicurazioni sul fatto che il Parco non imporrà alcun vincolo agli agricoltori, continua senza alcuna ragione logica a proclamarsi contrario.
Il problema è che i vertici regionali di Coldiretti, probabilmente per ragioni corporative, lo assecondano in questa assurda e ingiustificata contrarietà rallentando, e per il momento bloccando, la costituzione del Parco.
Per quali ragioni?
Perché, secondo Coldiretti, l'istituzione del Parco bloccherebbe le battute di contenimento ai cinghiali.
Falso.
Oggi l'area dei 5 laghi è un'Oasi naturalistica e fa parte del SIC dei Laghi di Ivrea.
È, quindi, una zona soggetta ad ogni tipo di vincolo e restrizione.
L'istituzione del Parco, ed è stato detto e ribadito in mille occasioni, non aggiungerà alcun vincolo a quelli già esistenti.
La sola differenza sarà che il controllo faunistico sarà coordinato dalla Città Metropolitana attraverso un Piano Faunistico che sarà redatto al momento dell'istituzione del Parco.
Quindi, i cinghiali continueranno ad essere contenuti ma le battute saranno coordinate dalla Città Metropolitana e non dalle ATC come avviene oggi.
Il problema dei cinghiali esiste anche oggi. Non sarà certo il Parco a creare problemi aggiuntivi, anzi è la stessa Coldiretti che asserisce, tramite Pietro Giuseppe Sospisio Presidente della sezione di Montalto Dora: “Il numero degli ungulati è aumentato. Spesso i cacciatori che devono abbattere i cinghiali ci prendono in giro, fanno battute farlocche e uccidono solo i capi maschi, lasciando indenni le femmine…”.
Quindi ora c'è "doppietta allegra" che consente a qualcuno di divertirsi mentre con il Parco le battute saranno di vero contenimento con il controllo dalla Città Metropolitana.
Evidentemente questo a "qualcuno" non piace e, quindi, condiziona gli iscritti a Coldiretti convincendoli che il Parco creerebbe problemi.
Problemi, come detto, del tutto fantasiosi e mai dimostrati.
Anzi, il Parco sarebbe per tutti, agricoltori compresi, un'occasione di crescita e di sviluppo.
Con il Parco si potranno coordinare gli interventi di manutenzione dei sentieri, si potrà garantire un controllo maggiore sul territorio, si potrà attingere a fondi e contributi europei e regionali... e molto altro.
Ma gli agricoltori sono tutti contrari?
Assolutamente no! Nell'ultima riunione del 27 maggio 2022 tra i 5 sindaci, la città Metropolitana e le tre organizzazioni agricole è emerso che Confagricoltura e C.I.A. sono d'accordo mentre la sola Coldiretti è contraria.
C'è anche da considerare che i terreni agricoli presenti all'interno del Parco rappresentano solamente il 5% del territorio e, in questo 5% sono presenti solamente piccole realtà imprenditoriali che, sia ben chiaro, vanno tutelate ma che con il Parco avrebbero solamente da guadagnarci!
È incredibile che una posizione ottusa, ingiustificata e assolutamente pretestuosa stia bloccando la costituzione del Parco.
È quindi, da parte mia, del tutto inaccettabile la posizione del Vicepresidente della Regione Piemonte Geom. Carosso il quale da 2 anni ha sulla scrivania il Dossier di costituzione del Parco e, con la scusa dell'opposizione di Coldiretti, non provvede a portarlo in approvazione del Consiglio Regionale dove TUTTE LE FORZE POLITICHE hanno sempre dichiarato di essere favorevoli.
I 5 sindaci e la Città Metropoltana stanno attendendo un incontro con il Geom. Carosso che speriamo venga accordato in tempi brevi.
Da quell'incontro, che deve essere definitivo, mi attendo solamente una decisione: che il dossier venga portato all'ODG del Consiglio Regionale in tempi stretti.