Descrizione
Dopo il termine della costruzione della chiesa di San Silvestro nel 1744 e del campanile nel 1768, la collocazione di un organo diventò una priorità.
La scelta dell'organaro ricadde sull'artigiano Giovanni Bruna (1753-1823), il più geniale artista dell'organaria piemontese.
Il monumentale organo venne inaugurato nel Natale 1795 dopo due anni di lavoro. Era ed è tutt'oggi il più importante strumento piemontese del suo tempo: 16 piedi a due tastiere corrispondenti a 4 corpi d'organo, 44 registri per oltre 1.700 canne, le cui caratteristiche sono di assoluto rilievo. Tale organo costituisce una preziosa testimonianza dell’arte organaria piemontese settecentesca, non solo per la sua dimensione, ma anche perché tuttora costituito integralmente di parti originali.
Il prezioso strumento, sopravvissuto intatto a oltre due secoli di storia, è stato restaurato nel giugno 2004, quando un gruppo di Chiaveranesi costituì l’Associazione per il recupero dell'organo Giovanni Bruna al fine di reperire i fondi necessari per il restauro. Il compito è stato affidato alla Bottega Organara Dell'Orto & Lanzini di Dormelletto e agli ebanisti Fratelli Signini di Borgomanero. Durante le operazioni di smontaggio si è provveduto anche al restauro della cantoria e della cassa, mirabili opere di Giovanni Godone, intagliatore molto noto e stimato nel Canavese, nel Biellese e nel Vercellese: a lui si devono le casse degli organi di Cavaglià e Viverone.
Il 15 aprile 2007, in occasione della Pasqua, si è tenuto il concerto di inaugurazione per il termine dei lavori di restauro dell’organo. L'organo è il più importante fra quelli di scuola piemontese e risulta uno dei pochi grandi strumenti del ‘700 rimasti in Italia.
La scelta dell'organaro ricadde sull'artigiano Giovanni Bruna (1753-1823), il più geniale artista dell'organaria piemontese.
Il monumentale organo venne inaugurato nel Natale 1795 dopo due anni di lavoro. Era ed è tutt'oggi il più importante strumento piemontese del suo tempo: 16 piedi a due tastiere corrispondenti a 4 corpi d'organo, 44 registri per oltre 1.700 canne, le cui caratteristiche sono di assoluto rilievo. Tale organo costituisce una preziosa testimonianza dell’arte organaria piemontese settecentesca, non solo per la sua dimensione, ma anche perché tuttora costituito integralmente di parti originali.
Il prezioso strumento, sopravvissuto intatto a oltre due secoli di storia, è stato restaurato nel giugno 2004, quando un gruppo di Chiaveranesi costituì l’Associazione per il recupero dell'organo Giovanni Bruna al fine di reperire i fondi necessari per il restauro. Il compito è stato affidato alla Bottega Organara Dell'Orto & Lanzini di Dormelletto e agli ebanisti Fratelli Signini di Borgomanero. Durante le operazioni di smontaggio si è provveduto anche al restauro della cantoria e della cassa, mirabili opere di Giovanni Godone, intagliatore molto noto e stimato nel Canavese, nel Biellese e nel Vercellese: a lui si devono le casse degli organi di Cavaglià e Viverone.
Il 15 aprile 2007, in occasione della Pasqua, si è tenuto il concerto di inaugurazione per il termine dei lavori di restauro dell’organo. L'organo è il più importante fra quelli di scuola piemontese e risulta uno dei pochi grandi strumenti del ‘700 rimasti in Italia.
Modalità di accesso
visitabile all'interno della Chiesa di San Silvestro